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Bastare a sè stessi

Bastare a sè stessi

26 novembre 2014
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"Bastare a sè stessi costituisce certamente la qualità più utile per la nostra felicità." (A. Schopenhauer)


 


Ma...in che senso dobbiamo bastare a noi stessi?


 


Vivere felicemente è obiettivo assai arduo da raggiungere, pertanto conviene puntare al maggior equilibrio possibile. Nel rapporto con noi stessi, ciò che uno è ha assoluta priorità rispetto a ciò che uno possiede e anche rispetto alla nostra reputazione: l'opinione altrui è solo un rifugio per chi non ha i presupposti per godere di sè stesso, cioè non ha una natura che gli permetta di raggiungere la felicità con il solo bastare a sè stesso. Ogni individuo deve essere capace di godere perennemente di sè stesso, in ogni luogo e a prescindere dai beni materiali in suo possesso (spesso ritenuti il primo motivo di felicità ma, in realtà, sopravvalutati). Per giungere ad una maggiore serenità è necessario un animo non eccessivamente sensibile, in quanto la sensibilità d'animo porta malinconia. I nemici più agguerriti della felicità umana sono il dolore e la noia: si deve combattere l'ottusità dello spirito che, disarmato di fronte a dolore e noia, cerca nei rapporti con gli altri e nei beni materiali le distrazioni che, in realtà, non fanno altro che aumentare il vuoto interiore percepito da un animo sensibile. L'essenza di sè stessi è da ricercare al di là dell'esteriorità e delle convenzioni sociali, è necessario soddisfare solo i bisogni primari e liberarsi, invece, di quelli superflui per arrivare ad ottenere la libertà interiore: colui che riesce a diventare libero ha il dominio razionale della sua vita ed è una persona autarchica.


 


In realtà, bastare a sè stessi può costituire una tra le qualità più utili per la nostra felicità solo se inteso in termini non egoistici: essere chiusi in noi stessi, probabilmente, ci farebbe sopravvivere ma ci priverebbe di tanti aspetti fondamentali dell'esistenza, di tante esperienze che producono serenità, gioia e anche felicità. Una felicità solitaria è, sempre e comunque, una felicità incompleta, mutilata. la felicità piena si ha quando riusciamo a trasmetterla ed a condividerla con gli altri. Bastare a noi stessi vuol dire imparare a tirar fuori dal nostro profondo la felicità che è già latente, assopita in noi. Ci vuole uno speciale fiuto per scovarla e , una volta identificata, dobbiamo evocarla, dandole forma e sostanza. Bastare a noi stessi è una qualità quando è un mezzo per responsabilizzarci, per stimolarci ad essere noi stessi gli artefici della nostra felicità. Saremmo ingenui e sprovveduti nel credere che l'autarchia pura e semplice possa essere il modo migliore per trovare la felicità: essa è in noi, ma per sbocciare ha bisogno anche degli altri. In conclusione, l'essere umano non è fatto per essere una cupa isola dispersa in un vuoto oceanico di relazioni, ma una ridente isoletta all'interno di un intricato arcipelago di connessioni, ponti e canali.


 


Credo che, come al solito, la verità sia nel mezzo: non siamo fatti per stare completamente soli ma...nemmeno per stare con chiunque!

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