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Lezion e di geografia

Lezion e di geografia

13 maggio 2015 - Sociali - #politica  #libertà  #italia  #geografia  #principi 
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Se dovessi fare lezione di geografia a ragazzi delle medie superiori sull’Italia, dovrei, obbligatoriamente parlane in un modus fuori dall’ordinario che rispecchierebbe più che mai la vera conformazione di questa penisola.


Andiamo a cominciare……


Cari ragazzi come ben sapete, l’Italia è una penisola bagnata su tre lati da un mare sempre in tempesta, i venti che spazzolano le onde danno vita a repentini cambiamenti di rotta, un po’ come le bandiere al vento. Una penisola attraversata da mille correnti differenti, ataviche, per non parlare poi delle obsolete nonché mendaci zone sismiche capaci di avvalorare tesi storiche sempre più false dal mero sapore opportunistico. Questa penisola non ha una vera e propria spina dorsale anche se gli appennini hanno da sempre tentato di unificare quest’ammasso di terra sotto un’unica catena montuosa, ma come sempre, le collinette non sono mai simili a vere e proprie vette spavalde che “teutonicamente” impongono la propria leadership obbligando le collinette a diktat economici interessanti solo per quelle poche altezze rilevanti. Questa penisola si divide in tante regioni e un paio di staterelli che condividono parte di queste terre abbandonate a pascoli di papponi e capponi. Ha netta rilevanza quell’autoctonicità delle genti che calpestano il suolo di quest’ammasso informe e bagnato di sangue di giovani ragazzi che nella parola “Patria” hanno versato la loro vita a fronte di bocche di cannoni. Sta di fatto che, un barbone piemontese, decise, con un ammasso di ferraglia dal colore delle camice rosse, di unire sotto un’unica bandiera questi greggi strani e mai omogenei. Politicamente parlando, l’Italia, ammasso uniforme di colore cangiante grazie al vento che soffia al momento, non ha una sua netta cognitio politca, vero è, che più che per semplice violenza o per l’imposizione astrale ed esoterica di stravaganti forme pseudo democratiche si è ucciso e distrutto, da un lato vite umane dall’altro quel sano e santo principio che si basa sulla democrazia. La libertà. Tra le varie leggende di questa terra esiste quella sul voto sovrano che darebbe al popolo quel potere di imporre il suo volere, ricordo quando me la raccontavano prima di prender sonno, favolette divertenti come quella su un palazzone al cui interno una certa moltitudine di persone dovrebbe fare gli interessi di questa strana accozzaglia di etnie diverse. Comici che diventano politici e politici comici, pare che la politica italiana sia da tempo in mano a Zelig e al Bagaglino. Economicamente, l’Italia, stando alla Costituzione, si regge sul lavoro, ed effettivamente tra inciuci, favoritismi, imbrogli, mazzette, una rosicata parte di lavoratori onesti e il pil prodotto dalle associazioni criminali, questa terra strampalata è riuscita a sopravvivere a due guerre e vari disastri politici. Storicamente questa non-nazione ha avuto figure importanti, quali scienziati, artisti, umanisti e uomini della terra che indossando una divisa con mostrine tricolore sono morti per difendere questa... "Patria", subendo, il più oltraggioso dei comportamenti, il tradimento. L’8 settembre. Il giorno del raggiro. Non dobbiamo dimenticare che spesso i vertici delle forze armate italiane sono stati al centro di situazioni a dir poco edificanti, dall’8 settembre a Ustica fino a finire alla storia dei due Marò. In fin dei conti è soldataglia, gente che sta lì solo per percepire uno stipendio perché questo stato, perché queste genti diverse tra loro dovrebbero curarsene? Perché, chi nella qualità, dovrebbe difendere un onore che ha il prezzo di una ******* di periferia? Deo gratias esiste una contrapposizione a tutto questo, dormiente e sorniona, sotto la stimolo d’interessi non proprio chiari, la parte più nobile del paese è pronta a imbracciare i forconi nel momento in cui costruisci un pollaio in una zona devastata da incendi o se l’amato quadrupede non sbrana libero per i parchi pubblici e, ciliegina sulla torta, non si capisce mai il famigerato “particolare interesse ambientale”. Nella guerra tra pallone e terzo sesso (oddio son di più di tre), abbiamo visto colpire ferocemente un ragazzo non certo laureato alla Bocconi, solo perché ha espresso un suo parere colorandolo con una parola… “froci in nazionale”.  A pensarci bene se i due Marò si dichiarassero fr.., ops... mi correggo, Gay, sarebbero fuori dall’India in men che non si dica. Occorre che qualcuno a caso, ad esempio, un Cecchi Paone, se ne inventi un’altra e magari questa volta riusciremmo a smuovere quello che qualche stelletta, lavandosi le mani, ha preferito lasciare a marcire in india due uomini di questo strano paese. Ma, ahimè i due ragazzi non sono né gay, né cani e nemmeno due alberi da conservare per la sopravvivenza del pianeta. Non sono ecosostenibili.  Se fossi, quindi, quel professore di geografia, forte del mio dictatus papae, parlerei in fine della popolazione che calpesta la sua cruenta polvere (dal 5 maggio) di questa penisola e lo farei ispirandomi a Gigi Proietti nel famoso film “febbre da cavallo”. Salvando parte degli italiani definirei il resto cosi: è un misto, un cocktail, un frullato de robba, un minorato, un incosciente, un regazzino, un dritto e un fregnone, un milionario pure se nun c'ha na lira e uno che nun c'ha na lire pure se è milionario. Un fanatico, un credulone, un buciardo, un pollo, è uno che passa sopra a tutto e sotto a tutto, è uno che 'mpiccia, traffica, imbroglia, more, azzarda, spera, rimore e tutto per poter dire: Ho vinto! E adesso v'ho fregato a tutti e mo' beccate questa... tié!.

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