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VECCHIAIA.

VECCHIAIA.

01 aprile 2013 - Arti & Cultura
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"Eccoci qui, pieni di piscio e di feci, la vita ci ha tolto ogni dignita', ogni pudore, nostro malgrado. Pannoloni, rimproveri e strattoni sono all'ordine del giorno ormai. Sono le ultime sofferenze prima del grande salto, cosi' lo chiamo io il trapasso. Una vita passata a soffrire, a smerdare la prole, a crescere e cercare di correggere i nostri figli, per cosa? Per vedersi relegati in un angusto spazio di un ricovero per anziani, un ospizio.


I figli non ne vogliono piu' sentire di noi, siamo un peso. 


E allora ci scaricano qua, come fossimo un pacco in attesa alla dogana, in attesa della destinazione finale non prima di un periodo di purgatorio nel quale si e' forzati a vivere secondo i loro canoni, secondo cio' che LORO giudicano sia la migliore terapia per vivere.


Ma non lo sanno che vogliamo solo una cosa? Vogliamo vivere i nostri ultimi giorni e morire in casa nostra, in mezzo a figli e nipoti, vogliamo dare consigli, essere e sentirsi ancora VIVI. Siamo noi, siamo nonni, bisnonni, padri e madri, siamo i vecchi, i vostri avi ma vogliamo solo una alla infine: la nostra DIGNITA'. "


 


Un pensiero per anziani abbandonati a se stessi o rinchiusi in un ospizio. Non c'e' da dimenticare che sono e saranno sempre coloro che ci hanno generato, che, come in nostri figli piu' piccoli, sono indifesi e bisognosi, che ci hanno a loro volta curato e cresciuto. Non dimentichiamolo, mai.

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