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RIMINI

  • PRYCE

    9 posts - 06 settembre 2017

    Questa mattina ho commesso un errore. Ho letto un articolo, facilmente rintracciabile in rete, che descrive dettagliatamente la bestiale violenza che hanno subito la donna polacca con il suo fidanzato e la trans a Rimini da parte del branco di animali composto da tre minorenni e un maggiorenne. Quello che da subito ho augurato ai quattro e' di ricevere lo stesso trattamento riservato alle loro vittime, per mano di loro pari, ogni santo giorno della loro vita all'interno del carcere dove giustamente devono trascorrere tutti i giorni da qui alla loro morte. Il problema e' che a ormai molte ore di distanza non mi pento di questo "barbaro" pensiero , anzi, sono convinto che per reati di questo genere, come per quelli altrettanto odiosi commessi a danno di bambini la funzione della pena che il politicamente corretto e il civile sentimento ritengono essere il recupero alla societa' non deve esistere o deve semplicemente passare in secondo piano rispetto alla funzione punitiva che deve corrispondere al massimo della durezza. Non ausipico la pena di morte, troppo comoda per queste bestie. Penso altresi che' i genitori dei minori coinvolti sono responsabili degli atti dei figli e non degni di esercitare la patria potesta' su eventuali altri figli minorenni componenti del nucleo familiare che andrebbero immediatamente tolti e affidati ad altri. Il pensiero che tra non molti anni questi soggetti possono tranquillamente tornare liberi e con la possibilita' di costruirsi una vita normale non mi sembra giusto. Conoscere nel dettaglio le dinamiche di uno stupro come quelle di una qulasiasi vigliacca e consapevole violenza non puo', nel mio caso, non mettere in crisi e in discussione molti di quei principi "democratici" che sono la base del nostro vivere "civile".