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Vi capita mai?

  • acidaperfida

    153 posts - 04 febbraio 2010

    Vi capita mai di voltarvi indietro per osservare..con un certo distacco o profondamente coinvolti,la vostra vita??

    Le esperienze fatte, quelle che vi hanno fatto crescere...maturare....diventando sempre piu' consapevoli di voi stessi e delle vostre esigenze ed aspettative???..

    ...La mia vita è come questa foto...piena di scale...di ombre...di presenze importanti...di"pianerottoli"su cui ...mi fermo a pensare.....a volte voltata verso quella parte di"scalini"già calpestati....altre volte guardo con un pò di timore e curiosità l'infinita scalinata ancora da percorrere...

  • VITAMIA

    597 posts - 04 febbraio 2010

     

    ALMENO SI PUO' RACCONTARE QUALCOSA

     

    LE PRESENZE LE OMBRE DEL PASSATO  CI SERVONO A FARCI AFFRONTARE

    MEGLIO IL FUTURO...........

    SOLO LE PERSONE CHE HANNO VERAMENTE SOFFERTO RIESCONO A FERMARSI

    E PENSARE.......... E  SONO POCHE ( ALMENO IO NE CONOSCO POCHISSIME)

    VEDO SOLO TANTA IPOCRISIA.....E FALSITA'  DI GENTE CHE SICURAMENTE

    NON HA SOFFERTO DI GENTE CHE VIVE PERCHE' RESPIRA.......

    BASTA..........POI DIVENTO PESANTE....

    A VOLTE PUO' ESSERE BELLO FERMARSI A PENSARE......CHE SENSAZIONI

    CIAO UN BACIO

     

     

  • Utente eliminato

    9840 posts - 04 febbraio 2010

    a volte il mio sguardo è molto lontano sai,

    proprio all'adoloscenza...

    e devo dire ke ,nn l'ho vissuta da tale,ma gia kon

    una certa maturità,dovuta ai miei akkaduti...

    e kome tale mi vedo oggi,

    e mi riskopro in crescita,anke solo guardando a breve,

    ogni giorno ,qualkosa mi fa crescere.

    ieri,oggi e spero anke domani.

    ciao acida

     

  • Utente eliminato

    9840 posts - 04 febbraio 2010

    acida...il tuo rigore esistenziale

    a volte e' quasi ascetico , sei cosi profonda...

    si ha la sensazione che la tua realta' sia costantemente in fuga,

    e le dimensioni di essa impercettibili...senza contorno.

    ...Confusa, fragile, dissoluta a volte...

    superiore , intrisa di passione e risoluta altre ...

    sei l'emblema vivente della donna...

    facile e difficile star con te...arduo e eroico starti accanto.

    conserva il timore di guardare avanti...nutri la curiosita'...resta cosi...

    misteriosa.

     

     

     

     

     

  • Utente eliminato

    9840 posts - 04 febbraio 2010

    e ben venga se libera e disponibile

  • Utente eliminato

    9840 posts - 05 febbraio 2010

    Mi guardo indietro

    e mi chiedo:

    "MA QUANTA VITA HO DA

    RACCONTARE?"

    Mi guardo avanti e dico:

    "Ma quanta vita mi restera' ancora?"

    Mi guardo adesso e dico:

    "Che gran pasticcio, e' tutto da rifare!"

    Mi guardo intorno e dico:

    "Trovero' mai pace e amore in questa

    bolgia di solitudine?"

    Mi guardo dentro e dico:

    "No, non voglio arrendermi, prima o poi

    TI TROVERO'"

    Non mi guardo affatto, ma sento che la

    vita comunque vale la pena viverla, belli

    o brutti, magri o grassi, alti o bassi che

    siano persone, problemi, o situazioni....

    VALE SEMPRE E COMUNQUE,

    A PRESCINDERE, VIVERLA!!!

     

    Ciao, Acidaperfida! KISSS

  • acidaperfida

    153 posts - 05 febbraio 2010

    [quote=VITAMIA]

     

    ALMENO SI PUO' RACCONTARE QUALCOSA

     

    LE PRESENZE LE OMBRE DEL PASSATO  CI SERVONO A FARCI AFFRONTARE

    MEGLIO IL FUTURO...........

    SOLO LE PERSONE CHE HANNO VERAMENTE SOFFERTO RIESCONO A FERMARSI

    E PENSARE.......... E  SONO POCHE ( ALMENO IO NE CONOSCO POCHISSIME)

    VEDO SOLO TANTA IPOCRISIA.....E FALSITA'  DI GENTE CHE SICURAMENTE

    NON HA SOFFERTO DI GENTE CHE VIVE PERCHE' RESPIRA.......

    BASTA..........POI DIVENTO PESANTE....

    A VOLTE PUO' ESSERE BELLO FERMARSI A PENSARE......CHE SENSAZIONI

    CIAO UN BACIO

     

     

    penso sia una cosa meravigliosa il poter raccontare..

    peccato pero'  che oltre a pensare, molte volte si elabora e a volte si crea..

    Baciotto e buona giornata..

  • acidaperfida

    153 posts - 05 febbraio 2010

    [quote=Ajsha]

    a volte il mio sguardo è molto lontano sai,

    proprio all'adoloscenza...

    e devo dire ke ,nn l'ho vissuta da tale,ma gia kon

    una certa maturità,dovuta ai miei akkaduti...

    e kome tale mi vedo oggi,

    e mi riskopro in crescita,anke solo guardando a breve,

    ogni giorno ,qualkosa mi fa crescere.

    ieri,oggi e spero anke domani.

    ciao acida

     

    La penso esattamente come te..

  • acidaperfida

    153 posts - 05 febbraio 2010

    [quote=BEEERG]

    acida...il tuo rigore esistenziale

    a volte e' quasi ascetico , sei cosi profonda...

    si ha la sensazione che la tua realta' sia costantemente in fuga,

    e le dimensioni di essa impercettibili...senza contorno.

    ...Confusa, fragile, dissoluta a volte...

    superiore , intrisa di passione e risoluta altre ...

    sei l'emblema vivente della donna...

    facile e difficile star con te...arduo e eroico starti accanto.

    conserva il timore di guardare avanti...nutri la curiosita'...resta cosi...

    misteriosa.

     

     

     

     

     

    A  te rispondo con una citazione del grande PAULO COELHO:

    Mi è tornata un'immensa

    voglia di vivere

    quando ho scoperto

    che il senso della mia vita

    era quello

    che io avrei voluto darle....

  • Utente eliminato

    9840 posts - 05 febbraio 2010

    [quote=acidaperfida]

    [quote=BEEERG]

    acida...il tuo rigore esistenziale

    a volte e' quasi ascetico , sei cosi profonda...

    si ha la sensazione che la tua realta' sia costantemente in fuga,

    e le dimensioni di essa impercettibili...senza contorno.

    ...Confusa, fragile, dissoluta a volte...

    superiore , intrisa di passione e risoluta altre ...

    sei l'emblema vivente della donna...

    facile e difficile star con te...arduo e eroico starti accanto.

    conserva il timore di guardare avanti...nutri la curiosita'...resta cosi...

    misteriosa.

     

     

     

     

     

    A  te rispondo con una citazione del grande PAULO COELHO:

    Mi è tornata un'immensa

    voglia di vivere

    quando ho scoperto

    che il senso della mia vita

    era quello

    che io avrei voluto darle....

    [/quote]

     

     "Nessun cuore ha mai provato sofferenza quando ha inseguito i propri sogni."

    (visto che gradisci paulo...)

  • acidaperfida

    153 posts - 05 febbraio 2010

    [quote=PRIMODISETTE]

     

    Mi guardo indietro

    e mi chiedo:

    "MA QUANTA VITA HO DA

    RACCONTARE?"

    Mi guardo avanti e dico:

    "Ma quanta vita mi restera' ancora?"

    Mi guardo adesso e dico:

    "Che gran pasticcio, e' tutto da rifare!"

    Mi guardo intorno e dico:

    "Trovero' mai pace e amore in questa

    bolgia di solitudine?"

    Mi guardo dentro e dico:

    "No, non voglio arrendermi, prima o poi

    TI TROVERO'"

    Non mi guardo affatto, ma sento che la

    vita comunque vale la pena viverla, belli

    o brutti, magri o grassi, alti o bassi che

    siano persone, problemi, o situazioni....

    VALE SEMPRE E COMUNQUE,

    A PRESCINDERE, VIVERLA!!!

     

    Ciao, Acidaperfida! KISSS

     

    attraversiamo il presente per il nostro bene o male che sia,
    con gli occhi ben aperti, ogni giorno porta la sua propria carica.
    sapendo quello pensiamo, sentiamo e facciamo in questo preciso momento é soltanto quello che siamo in grado di fare.

     Guardare indietro nel tempo per giudicare il nostro comportamento di quel momento, secondo me non ha senso,  perché in quel momento eravamo quelli d' ieri e non quelli d' oggi, e non potevamo fare altrimenti, abbiamo fato quello che noi pensavamo fosse giusto.
    Beh naturalmente guardare le cose con il senno di poi è molto più facile per capirne il senso...ma così facendo si rischia di non godere pienamente del presente o per lo meno di perdere tanti attimi irripetibili che la vita ci dona...

    Credo che bisogna sviluppare una più forte coscienza del presente per poter vivere al massimo ogni suo istante e trovare la felicità giorno per giorno anche nelle piccole cose...

     

  • Utente eliminato

    9840 posts - 05 febbraio 2010

    si acida...

    pero' guardare il presente senza prescindere da null'altro e' rischioso.

    Ha un aroma egoista...ed e' cosi relativista...

    il ralativismo non riconosce nella natura ordini e regole...riconosce solo nella propria persona l' autorita' preposta alle decisioni di qualsiasi natura....

    ed e' cosi "comune"...tu non sei comune ..mi sembra.

  • Utente eliminato

    9840 posts - 05 febbraio 2010

    il tuo rakkontare il passato,nn è altro ke

    lezione di vita,

    nn è altro ke crescita x alkuni,

    e kome sempre ti ho detto,i tuoi scritti

    mi hanno fatta crescere e ankora oggi è

    in atto la mia crescita anke,grz a tè...

    purtroppo reny,kosa piu delle sofferenze altrui fà crescere ???

    a volte anke una gioia di altri fa crescere ,mà sai bene

    ke è,la fatika ,la sofferenza ,a portare

    una piena crescita interiore.

    i tuoi vissuti ,sono forti,tokkanti e skuotono e nn poko...

    almeno x mè è kosi.

    ei gioiaa,ti voglio un kasino di bene...e vorrei x tè,

    tutto il bene possibile....ti abbraccio forteeeeeee ciaoooooooo reny

     

     di nuovo un bacio,ciaoo...acida 

  • Utente eliminato

    9840 posts - 05 febbraio 2010

    E grazie. Bacioni Ajsha, Acidaperfida, in parte concordo, in parte un po' meno, ma.... Un bacio anche a te! Renato.

  • giocattolo

    459 posts - 05 febbraio 2010

     per quello che mi riguarda la vita di ieri è già passata... mi metto inn punta di piedi e cerco di spiare il domani aspettando che sia come io voglio che sia

  • Lorenzooo

    200 posts - 05 febbraio 2010

    Io sono il frutto del mio passato, la vita non è solo grigia, ma fatta di tante sfumature anche rosee!!!!

    Per quanto mi riguarda il passato mi ha insegnato molto e penso che io rappresento il frutto del mio passato..... ! Tante gioie e tanti dolori, tante cadute che hano fatto male,ma nello stesso tempo poi quando ti rialzi ti senti soddisfatto!

    Sicuramente spero in un fututo colorato e non grigio,ma nello stesso tempo sono certo che ci saranno sempre periodi grigi o neri,fa parte della vita, ma sta a me e solo a me cercare di farli diventare di un colore meno cupo....!

    Buona giornata a tutti vado a dipingere la mia vita ....ehheheheeheh

  • Mercurio9

    1953 posts - 06 febbraio 2010

    ....che non dobbiamo mai voltarsi indietro..... il passato e' passato ...quindi meglio guardare avanti !!!

    ma se propio devo voltarmi indietro...... e dovessi rappresentare la mia vita con una fotografia..... allora vedrei questo:

    ... un passato nascosto nella fitta nebbia... acidaperfida, io non mi fermo a pensare.... io agisco !!!!

     

  • controvento

    15 posts - 08 febbraio 2010

    Il nostro passato è quello che siamo oggi ed il futuro è quello che vorremmo diventare, ma non dipende solo da noi!! ciao Acida (ma non tanto)

  • Utente eliminato

    9840 posts - 13 gennaio 2012

    "I sentieri del Giardino Infinito devono essere attraversati dal
    corpo, dal cuore e dalla mente come una sola cosa…"
    dal Vangelo Esseno della Pace

    Gli antichi, ci hanno chiaramente indicato un modo di pensare, che ci
    permette di ridefinire ciò che sperimentiamo all’esterno, rivolgendo
    la nostra attenzione a ciò che siamo diventati all’interno di noi. Per
    poter cambiare le condizioni del mondo esterno, si viene invitati a
    formare, interiormente, le condizioni che desideriamo realizzare
    all’esterno. Quando lo facciamo, un nuovo stato di salute o di pace si
    rispecchia nel mondo intorno a noi. Per portare la pace a coloro che
    amiamo, dobbiamo prima diventare quella pace. Con la capacità di
    visione che li caratterizzava, i saggi Esseni stabilirono delle chiare
    distinzioni tra emozione, pensiero e sentimento. Sebbene siano molto
    apparentati , il pensiero e l’emozione devono essere dapprima
    considerati come indipendenti e solo in seguito vanno uniti e fusi nel
    sentimento, che diventa così il linguaggio silenzioso della creazione.
    Le descrizioni che vengono trascritte qui di seguito sono le chiavi
    che ci conducono nel cuore della nostra modalità perduta di preghiera.

    EMOZIONE

    L’emozione può essere considerata la fonte di potere, che ci spinge
    avanti nella vita verso i nostri obiettivi. E’ attraverso l’energia
    delle nostre emozioni che alimentiamo i nostri pensieri per renderli
    reali. Il potere dell’emozione, comunque, può essere di per sé sparso
    e senza direzione. In presenza del pensiero le nostre emozioni
    acquistano una direzione, poiché immettono la vita dentro l’immagine
    dei nostri pensieri. Le tradizioni antiche indicano che siamo in grado
    di avere due emozioni primarie. In termini forse più accurati,
    possiamo dire che durante la nostra esistenza sperimentiamo varie
    condizioni che sono riducibili a una singola emozione. L’amore è un
    estremo di tali condizioni. Qualunque cosa crediamo sia l’opposto
    dell’amore è il secondo estremo, spesso descritto in termini di paura.
    La qualità delle nostre emozioni determina il modo in cui le
    esprimiamo. Talvolta l’emozione è fluida, talaltra è depositata
    all’interno dei tessuti del nostro corpo ed è estremamente allineata
    col desiderio, la forza che spinge la nostra immaginazione verso la
    risoluzione.

    PENSIERO

    Il pensiero può essere considerato il sistema di guida che indirizza
    le nostre emozioni. E’ l’immagine o idea Creata dal pensiero a
    determinare dove sono dirette le emozioni e l’attenzione. Il pensiero
    è strettamente associato all’immaginazione. Cosa che sorprende molti,
    il pensiero di per sé ha poca forza; rappresenta solo una possibilità,
    priva dell’energia necessaria a dargli vita. Questa è la bellezza del
    pensiero puro. In assenza di emozioni, non c’è potere per rendere
    reali i nostri pensieri. E’ il dono umano di saper manifestare il
    pensiero in assenza di emozione, ciò che ci permette di modellare e
    simulare le possibilità della vita senza pericolo, senza creare paura
    o caos nella nostra esistenza. E’ soltanto col nostro amore o con la
    nostra paura verso gli oggetti dei nostri pensieri, che noi immettiamo
    la vita nelle creazioni della nostra immaginazione.

    SENTIMENTO

    Il sentimento può esistere solo in presenza del pensiero e
    dell’emozione, poiché rappresenta l’unione di entrambi. Quando
    sentiamo, stiamo sperimentando il desiderio delle nostre emozioni fuso
    con l’immaginazione dei nostri pensieri. Il sentimento è la chiave
    della preghiera, poiché la creazione risponde al mondo del sentire
    umano. Quando attraiamo o allontaniamo da noi le persone, le
    situazioni e le condizioni che incontriamo nella nostra esperienza,
    osserviamo i nostri sentimenti e capiremo perché ciò accade. Per
    provare un sentimento, dobbiamo prima avere sia un pensiero che
    un’emozione. La sfida che incontriamo nello sviluppare il nostro più
    alto potenziale personale risiede nel saper riconoscere quali pensieri
    ed emozioni sono rappresentati dai nostri sentimenti.

    A partire da queste tre definizioni scarne e forse troppo
    semplificate, appare chiaro perché è impossibile "cacciare il
    pensiero" di esperienze paurose e dolorose. Il pensiero è solo una
    delle componenti dell’esperienza umana, il "vedere" mentalmente dei
    risultati possibili. Il dolore, tuttavia, è un sentimento, il prodotto
    del nostro pensiero alimentato dal nostro amore o dalla nostra paura
    verso ciò che la nostra mente crede sia accaduto. Tenendo conto di
    questa formula, i maestri esseni, ci invitano a guarire il ricordo
    delle nostre esperienze più dolorose cambiando l’emozione collegata a
    quell’esperienza.

    Fornendo una base antica al moderno assioma "l’energia segue
    l’attenzione", una coincisa parabola tratta dal perduto Vangelo Q così
    descrive il concetto : " Chiunque cerchi di proteggere la propria
    vita, la perderà". Queste poche parole spiegano perché talvolta noi
    attiriamo nella nostra vita proprio le esperienze che meno vorremmo
    avere. In questo esempio il modello suggerisce che, preparandoci e
    difendendoci contro ogni possibilità e situazione in cui potremmo
    perdere la vita, in realtà stiamo portando l’attenzione proprio verso
    quell’esperienza che abbiamo scelto di evitare. Attraverso il non
    volerla, creiamo le condizioni che le permettono di esistere. Anziché
    focalizzare la nostra attenzione su ciò che non vogliamo, possiamo
    però operare a un livello di scelta superiore, identificando ciò che
    scegliamo di portare nella nostra vita e vivendo da quella
    prospettiva. Le affermazioni forniscono un magnifico esempio di questo
    principio.

    In tempi recenti, le affermazioni sono diventate molto popolari presso
    coloro che seguono taluni insegnamenti spirituali ed esoterici. Tali
    tradizioni suggeriscono che affermando molte volte al giorno le stesse
    cose che scegliamo di sperimentare nella vita, esse si realizzeranno.
    La regola di base è che meno complessa è l’affermazione, più chiaro
    sarà il suo effetto. Le parole delle nostre affermazioni spesso
    riflettono un desiderio di cambiamento, come ad esempio : " Io vivo
    nell’abbondanza, ora e in tutte le manifestazioni future".

    Abbiamo identificato il pensiero in termini di un sistema di
    conduzione, un programma direzionale dell’energia che vogliamo muovere
    nel nostro mondo. In assenza del potere che lo alimenta, il pensiero
    rimane una possibilità a livello mentale. Il potenziale del pensiero
    in assenza dell’energia che lo alimenta va sotto il nome di desiderio.
    Affinché il nostro pensiero acquisti potere, dobbiamo energizzarlo.
    Forse questo spiega perché talvolta le nostre preghiere non ricevono
    risposta. In mancanza di un potere che porti in vita le nostre
    preghiere e affermazioni, esse possono esistere indefinitamente a
    livello potenziale, cioè come desideri ben intenzionati.

    E’ il dono umano dell’emozione che dà potere alla possibilità di
    realizzare un desiderio. Se ammattiamo di poter scegliere l’emozione
    dell’amore oppure quella della paura per alimentare il nostro
    pensiero, vediamo che spesso e volentieri il nostro bisogno di
    qualcosa si basa sulla paura.

    Il più grande potere della creazione potrebbe essere la GIOIA, andata
    perduta per l’Occidente millecinquecento anni fa, il cui meccanismo
    proviene dal ricordarci del nostro potere di portare benessere,
    abbondanza, salute, sicurezza e piacere nella nostra vita, e
    divertirci nel farlo! Oltre ad aver scoperto come funziona la nostra
    tecnologia interiore della preghiera, ora abbiamo un modo per cambiare
    gli elementi della preghiera affinché ci servano meglio in futuro.

    Quando creiamo dei sentimenti a proposito delle cose che scegliamo di
    sperimentare nel mondo, noi immergiamo nelle possibilità della
    creazione un sentimento in forma di immagine, quel tanto di energia
    che basta affinché si sviluppi una nuova possibilità. La chiave di
    questo sistema, però, è che la creazione restituisce precisamente ciò
    che la nostra immagine aveva mostrato. L’emozione che colleghiamo
    all’immagine attrae la possibilità di quell’immagine. Quando " non
    vogliamo " qualcosa, un ‘emozione basata sulla paura, la nostra paura
    in realtà alimenta ciò che diciamo di non volere. Queste leggi ci
    invitano a are forza alle nostre scelte, mettendo a fuoco le
    esperienze positive che scegliamo, anziché preparandoci per le cose
    negative che non vogliamo. La creazione realizza semplicemente le
    conseguenze dei nostri sentimenti, perpetuando ciò di cui abbiamo
    mostrato un’immagine. Questo è l’antico segreto di una modalità di
    preghiera andato perduto nel quarto secolo d.C.

    Vengono identificate quattro classi o modalità di preghiera:

    Preghiera colloquiale

    Quando parliamo con Dio con parole nostre, descrivendo informalmente
    dei problemi o ringraziandolo dei doni che abbiamo ricevuto: " Caro
    Dio, per favore, se per questa volta permetti……, prometto che non farò
    mai più…..".

    Preghiera di petizione

    In questo tipo di preghiera ci rivolgiamo alle forze creative del
    mondo per ricevere determinate cose o risultati benefici. La preghiera
    di petizione può essere formale o detta con parole nostre : " O
    potente presenza dell’Io Sono", invoco il mio diritto alla
    guarigione".

    Preghiera ritualistica

    In questo caso si ripete una sequenza precostituita di parole,
    soprattutto in situazioni speciali o prescritte. Le preghiere dette
    prima di addormentarsi come "Angelo Custode proteggi il mio sonno",
    oppure prima dei pasti come "Rendiamo grazie per questo cibo" sono
    esempi tipici.

    Preghiera meditativa

    Una preghiera meditativa va al di là delle parole. Nella meditazione
    siamo silenziosi, immobili, aperti e coscienti della presenza delle
    forze creative presenti nel mondo e nel nostro corpo. Grazie alla
    nostra immobilità, permettiamo alla creazione di esprimersi attraverso
    di noi nel momento presente.

    Per molti la pratica della meditazione esula dallo scopo della
    preghiera. In senso stretto, però, se la meditazione implica un
    pensiero, un sentimento e un’emozione, può essere definita sia come
    una meditazione che come una preghiera.

    Le quattro tipologie appena descritte, usate individualmente o in
    combinazione fra loro, costituiscono il corpo centrale delle modalità
    di preghiera usate oggi in occidente.

    Nelle tradizioni indigene ed esoteriche compaiono dei riferimenti a
    una modalità di preghiera che apparentemente non si adatta a nessuna
    di queste categorie. I muri dei templi egiziani, le tradizioni dei
    nativi americani del nord e i curanderos (guaritori) delle montagne
    del Perù hanno dimostrato una forma di preghiera che non viene presa
    in considerazione dalle tradizioni occidentali. E’ possibile che esita
    una quinta modalità, che ci permette di fondere pensieri, ed emozioni
    in una singola, potente forza creativa? Inoltre ci chiediamo: è questa
    la forza che spalanca direttamente i processi di guarigione dei nostri
    corpi e del nostro mondo? I testi antichi,e anche gli studi
    moderni,indicano che la risposta è sì.

    Il segreto della nostra modalità perduta di preghiera consiste nello
    spostare la nostra prospettiva della vita, sentendo dentro di noi che
    il "miracolo" è già accaduto e che le nostre preghiere sono già state
    esaudite. I popoli indigeni di tutto il mondo serbano il ricordo di
    questa preghiera nei loro testi più sacri e nelle loro più antiche
    tradizioni. Oggi abbiamo l’opportunità di convogliare questa saggezza
    nella nostra vita, pronunciando preghiere di gratitudine per qualcosa
    che si è già verificato, anziché chiedere che le nostre preghiere
    vengano esaudite.

    Il sentiero esistente fra l’uomo e le forze di questo mondo comincia
    nei nostri cuori, iniziamo la nostra preghiera per tutto ciò che è e
    per tutto ciò che è stato, per il calore e la siccità, perché così
    sono andate le cose fino al momento presente. Non è una cosa buona e
    nemmeno una cosa cattiva.

    Dobbiamo prima avere in noi i sentimenti collegati a ciò che decidiamo
    di sperimentare. Così facendo piantiamo i semi di una nuova via da
    percorrere, da quel punto in poi la nostra preghiera si trasforma in
    ringraziamento per l’opportunità di scegliere quale creazione vogliamo
    sperimentare. Attraverso la gratitudine noi rendiamo omaggio a tutte
    le possibilità, e portiamo in questo mondo quelle che scegliamo.

    Un paragone tra la versione ampliata contenuta nel testo in aramaico
    di una preghiera, che per generazioni, è stata insegnata agli studenti
    di religione nelle scuole domenicali e la moderna versione biblica
    della preghiera, riserva grosse intuizioni sulle possibilità offerte
    da questa tecnologia perduta.

    La versione moderna è la seguente:

    " Se chiederete qualcosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà.

    Finora non avete chiesto nulla nel mio nome.

    Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena ".

    Così recita la versione originale in aramaico, ritradotto:

    " Tutte le cose che chiedere onestamente, direttamente… da dentro il
    mio nome, vi verranno date. Fino ad oggi non avete fatto questo.
    Chiedete, tutte le cose che chiederete onestamente, senza motivi
    nascosti e siate circondati dalla vostra risposta. Siate avvolti da
    ciò che desiderate, perché la vostra gioia sia piena…"

    Con parole di un’altra epoca, siamo invitati ad abbracciare la nostra
    modalità di preghiera sotto forma di una consapevolezza che
    impersoniamo, anziché come un’azione prestabilita che compiamo in
    determinate occasioni. Invitandoci a essere "circondati" dalla nostra
    risposta e "avvolti" da ciò che desideriamo, questo antico passo mette
    l’accento sul potere dei nostri sentimenti. A questo punto, le nostre
    preghiere si trasformano in ringraziamento per ciò che abbiamo creato,
    anziché essere una richiesta che la nostra creazione si realizzi.

    Dobbiamo riconsiderare una parola che forse ha perso il suo
    significato in tempi recenti, si tratta della parola FEDE, la fede
    diventa l’accettazione del nostro potere in quanto forza capace di
    imprimere una direzione alla creazione. E’ questa prospettiva
    unificata che ci permette di procedere nella vita,con la fiducia di
    aver seminato nuove possibilità grazie alle nostre preghiere. La fede
    ci permette di essere certi che le nostre preghiere si realizzano. Con
    questa conoscenza, le nostre preghiere diventano espressione di
    gratitudine, dando vita alle nostre scelte e facendole sbocciare nel
    mondo.

    Le attuali pratiche religiose e spirituali ci hanno chiesto di
    intessere l’ordito della preghiera nel tessuto della nostra esistenza.
    Raramente, però,ci hanno mostrato come farlo. Esistono testi
    contenenti un’eredità di saggezza che risale a prima della storia
    umana e che ci dimostrano i raffinati elementi di questa potente
    tecnologia, andata perduta da tempi immemorabili. Dopo aver
    identificato le tre componenti di pensiero, sentimento ed emozione,
    gli Esseni ci hanno realmente mostrato come fonderle in un’ unica
    attuazione! L’hanno fatto indicando un comune denominatore, che
    collega la fine della sofferenza con l’allineamento delle componenti
    della preghiera. La migliore descrizione di questo collegamento ci
    viene data dai maestri stessi dell’arte della preghiera:

    Il Figlio dell’Uomo cercherà prima di tutto la pace del corpo; perché
    il corpo è come uno stagno di montagna: quando è calmo e limpido
    rispecchia il sole, ma quando è pieno di fango e sassi non rispecchia
    nulla.

    Poi, affinché l’angelo della Saggezza possa guidarlo, il Figlio
    dell’Uomo cercherà la pace nel pensiero…. Non esiste, né in cielo né
    in terra, un potere più grande dei pensieri del Figlio dell’Uomo.
    Anche se è invisibile agli occhi del corpo, ogni pensiero è fornito di
    una grande potenza, e la sua forza può persino scuotere i cieli.

    Poi il Figlio dell’Uomo cercherà la pace dei suoi sentimenti….Dobbiamo
    dunque sollecitare l’Angelo dell’Amore, affinché entri nei nostri
    sentimenti e li purifichi; e allora tutto ciò che era impazienza e
    discordia si trasformerà in armonia e pace.

    "Cercate l’Angelo della pace in tutto quello che vive, in tutto ciò
    che fate e in ogni parola che pronunciate. Perché la pace è la chiave
    di tutta la conoscenza, di tutti i misteri e di tutta la vita".

    Il Vangelo di Marco, capitolo dodici, versetto trenta ci svela il modo
    in cui gli elementi della preghiera si fondono per formare un tutt’uno
    che ha lo stesso punto focale. Per creare questo potere, ci viene
    richiesto di amare in un modo molto specifico: " Amerai dunque il
    Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con
    tutta la tua mente e con tutte la tua forza. Secondo la prospettiva
    essenza del nostro rapporto col Creatore, noi siamo uno con il Padre
    celeste : " Accanto al fiume sta il sacro Albero della Vita. Là dimora
    mio Padre e la mia dimora è in Lui. Il Padre Celeste ed io siamo Uno".
    La divina scintilla della creazione e del nostro Creatore palpita in
    ogni essere umano della terra. Per mettere a fuoco la preghiera,
    dobbiamo amare il principio creativo stesso della vita, il nostro
    Creatore, con tutto il cuore, con tutta l’anima, la mente e la forza
    che c’è in noi. Poiché siamo uno con il nostro Padre celeste, amando
    lui amiamo anche noi stessi. E’ attraverso il corpo, il cuore e la
    mente che noi sperimentiamo pensiero, sentimenti ed emozioni. Anche se
    sentiamo di avere un controllo limitato sulle nostre percezioni, è
    proprio il legame che abbiamo con esse che ci permette di scegliere la
    qualità delle nostre esperienze. Conosci questa pace con la mente,
    desidera questa pace col cuore, realizza questa pace col corpo.

    Attraverso la logica della mente, dobbiamo concepire la pace come
    qualcosa di reale e dobbiamo provarlo a noi stessi, dimostrando che è
    possibile trovare la pace nella vita quotidiana e nel mondo. Con la
    forza del cuore, dobbiamo poi desiderare che questa pace sia in tutto
    ciò che sperimentiamo. La pace esiste già in questo mondo. La nostra
    sfida è cercarla e trovarla, perfino nei luoghi dove potrebbe sembrare
    che non esista. E’ attraverso il corpo che esprimiamo la mente e il
    cuore, e siamo noi che scegliamo le azioni da offrire al mondo. Questo
    passo ci ricorda di far si che le nostre azioni risecchino all’esterno
    le scelte che abbiamo già preso interiormente.

    Il pensiero, il sentimento e l’emozione sono vibrazioni che noi
    proiettiamo sulla raffinata sostanza della coscienza. Ciascuna di esse
    produce un effetto. Dobbiamo unificare pensiero, emozione e sentimento
    e vivere secondo i desideri del nostro cuore " Dovete abbandonarvi
    mentalmente al vostro desiderio già avverato attraverso il vostro
    amore per quello stato e, facendo ciò, dovete vivere nel nuovo stato e
    non più in quello vecchio". (Neville) Le nostre preghiere prendono
    vita quando riusciamo a mettere a fuoco il sentimento corrispondente
    al desiderio che abbiamo in cuore, anziché il pensiero del nostro
    mondo conoscitivo.

    Noi facciamo parte di tutto ciò che percepiamo. Essendo agglomerati di
    atomi, molecole e composti, siamo fatti esattamente degli stessi
    elementi di cui è fatto il nostro mondo, niente di più e niente di
    meno. Questo principio è il fondamento di molte credenze antiche e
    indigene e ci ricorda che, attraverso fili invisibili e innumerevoli
    legami, noi facciamo parte di ogni espressione vitale. In un mondo in
    cui vige una simile risonanza, ogni roccia, albero, montagna, fiume e
    oceano fa parte di noi. Qualunque evento accada ai materiali di cui è
    fatto il mondo, esso viene percepito dal nostro organismo. I materiali
    che ci circondano nella vita quotidiana rispecchiano le scelte di vita
    che abbiamo fatto. Senza eccezioni, le abitazioni, le automobili, gli
    animali domestici e la terra rispecchiano in ogni momento qualità,
    implicazioni e conseguenze delle nostre scelte di vita.

    Gli eruditi dello gnosticismo si rivolgevano alle generazioni future
    col linguaggio del loro tempo, ricordando che la terra è dentro di
    noi, che noi siamo in lei e che entrambi siamo intimamente coinvolti
    in ogni aspetto di ciò che sperimentiamo. I maestri Esseni concepivano
    il corpo umano come un punto di convergenza nel quale le forze della
    creazione si uniscono per esprimere la volontà di Dio. Consideravano
    il tempo che gli esseri umani trascorrono insieme come un’opportunità
    per condividere esperienze di collera, rabbia, gelosia e odio a cui
    talvolta vorremmo sfuggire o che tendiamo a giudicare. I nostri corpi
    fisici sono però anche i veicoli che ci permettono di levigare in noi
    l’amore, la compassione e il perdono, le qualità che ci elevano fino
    alle più alte espressioni di umanità. Per questo motivo, gli antichi
    vedevano il corpo umano come un luogo sacro, il tempio tenero e
    vulnerabile della nostra anima. Infatti è proprio all’interno del
    tempio corporeo che le forze del cosmo si uniscono, dando forma
    all’espressione di tempo, spazio e materia. Più precisamente lo
    spirito opera attraverso la materia, all’interno dell’esperienza
    spazio – temporale, per trovare la sua più piena espressione.

    (Tratto da L’Effetto Isaia di Gregg Braden e dal Vangelo Esseno della pace)

    °°°

    " Tutta la materia ha origine ed esiste solo in virtù di una forza che
    fa vibrare le particelle di un atomo
    e che tiene insieme il minuscolo sistema solare dell’atomo…
    Dobbiamo supporre l’esistenza di una mente conscia e intelligente
    dietro a questa forza.
    Questa mente è la matrice di tutta la materia ". Max Planck

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    9840 posts - 13 gennaio 2012