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La rabbia...

La rabbia...

22 febbraio 2022 - Arti & Cultura - ##pensieri #vita #ciaoamigos # 
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Quanto è triste l'offesa da bancarella dell'usato, tristissima. In genere, l'offesa è una risposta a qualcosa che ha scatenato rabbia. La rabbia è un sentimento naturale che impariamo a conoscere sin dai primi vagiti. Da piccoli, pestiamo i piedi, facciamo le linguacce, urliamo, piangiamo, gridiamo... poi impariamo a controllare la rabbia e la manifestazione della rabbia diventa soggettiva e parla di noi. La rabbia ci trasforma fisicamente: sale la pressione, si diventa paonazzi, si gonfiano le vene del collo, gli occhi sembrano voler uscire dalle orbite, si è incapaci di restare fermi, ci si agita. Ogni parte del corpo, prende parte accorata a quell'agitazione e... non si può, in tutto quel marasma, controllare il turbinio di pensieri e quello che poi la bocca trasforma in parole, di conseguenza: la rabbia fa dire delle cose ad minchiam. Successivamente, passata l'agitazione, gli adulti chiedono scusa, gli altri cambiano argomento. Faccio una breve parentesi: credo fermamente che la violenza non è rabbia, è una grande fragilità, l'incapacità di conoscere se stessi e la paura di non avere le risorse per uscire da quella situazione. La violenza è sempre patologica.
Ora, sono del parere che la rabbia vera bisogna meritarsela, non ci si può arrabbiare con Chicche e Sia per quisquilie e pinzillacchere, non possiamo regalare la nostra rabbia, con tutto quel che segue, a chiunque, altrimenti non è rabbia, è un carattere di merda.
Se mi arrabbio e quindi, do il potere a qualcuno di farmi perdere il controllo, reagisco offendendo usando dei complementi di modo o maniera a me più consoni, quelli che dovrebbero far capire all'oggetto della mia rabbia l'intensità della stessa.
Vedete come la cosa non sia affatto semplice, come un momento di rabbia riveli di noi stessi più di quanto saremmo disposti ad ammettere, una finestra spalancata su ciò che siamo.
Se poi tutto ciò accade per cose che potremmo discutere, quasi civilmente, le finestre si spalancano su una banalità che mette una tristezza infinita.
Tutta questa lunga e tediosa prefazione, da semplice osservatrice dell'umana gente, per dire che forse, dovremmo avere più cura e più rispetto della nostra rabbia, una rabbia ben gestita, guida le rivoluzioni, apre strade nuove, squarcia veli e mostra mondi nuovi. Quella che leggiamo, ascoltiamo, respiriamo da ogni minuscolo o gigantesco schermo è tristissima e, acciuffare nel mucchio, le prime parole brutte che vengono in mente... sempre con riferimenti sessuali... beh spalanca delle finestre che forse sarebbe meglio chiudere.
Il fascino dell'intelligenza, capace di rendere la rabbia uno strumento e l'offesa un capolavoro, o in alternativa, un corposo silenzio, possono scatenare simpatia, ammirazione, quasi amore.
Riflessioni a bassa voce in attesa di Morfeo.
Non vi arrabbiate che fate brutta figura.

Notte morbida

m.c.m

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