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memories...ciao N.

memories...ciao N.

07 dicembre 2014
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Un film, una canzone, una ricorrenza...ognuna di queste cose può provocare in noi un flusso di ricordi. Oggi per me è una data particolare e il ricordo di una persona è ancora vivo. Jean Paul disse che un ricordo è l'unico paradiso da cui non possiamo essere cacciati, ma non è sempre così: un ricordo può anche far soffrire, si può persino restare prigionieri di un ricordo.


 


Mentre le immagini fluiscono nella mente, mi sembra di rivivere le stesse sensazioni ed emozioni, mi sembra di averla ancora di fronte e di risentire quella frase:"Sono fatta così, non mi voglio accontentare". Una frase bruttissima da sentirsi dire, specialmente se sei innamorato della persona che la dice, una frase che fa male come un pugno nello stomaco e che brucia come sale sulle ferite ancora aperte, nonostante sia passato del tempo. Già...il tempo...dicono che guarisca tutte le ferite ma nel mio caso le riacutizza, dato che non sono una persona che dimentica, nel bene o nel male. Il suo ricordo mi provoca emozioni contrastanti: rabbia, perchè il sentimento più vero e puro che abbia mai provato è andato sprecato e lei non lo ha capito nè apprezzato, ma anche gratitudine, in quanto grazie a lei sono riuscito a provare l'amore con la A maiuscola, quello che ha cancellato tutte le delusioni passate e ha reso insipide tutte le relazioni successive. E' proprio questo ciò che mi spinge a non dimenticare, nonostante sia stato necessario far morire una parte di me per andare avanti e sopravvivere; ho scelto di non dimenticare: alcune persone ti segnano e non vanno dimenticate, ma solo ricordate nel modo giusto.


 


La potenza di un ricordo è devastante...in qualche minuto mi sono passati davanti agli occhi anni di vita vissuta, è come esser caduto in trance e al risveglio mi sento confuso e stordito. Credo sia normale, lei è stata l'unica persona capace  di sconvolgermi e il suo ricordo è ancora in grado di destabilizzarmi. Riemergo a fatica dal fiume di ricordi, cercando con la mente appigli reali a cui aggrapparmi e una volta tornato in me ho solo una (s)confortante certezza: sono ancora capace di piangere.

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